L’arrampicata sportiva nasce in Italia, a Bardonecchia nel 1985 e oggi è diventato uno sport che dalle estreme vette della montagna si è aggiudicato il riconoscimento del CONI e del CIP come disciplina sportiva paralimpica. Dall’alta quota alle pareti colorate attrezzate in cui si imbattono i climber metropolitani sicuramente è diventato molto più diffusa e democratica come attività sportiva, rendendo accessibile a chiunque lo spirito intraprendente e ambizioso di uno scalatore da montagna.
L’arrampicata sportiva nasce proprio con l’intento di sviluppare quelle capacità tecniche e muscolari necessarie ad un’arrampicata in ambienti estremi, eliminando il fattore ambientale e il rischio esterno: il vantaggio di questa riscoperta metropolitana è aver finalmente portato alla luce l’adattabilità di questo sport che è molto meno difficile di quanto si pensi e permette a tutti di cimentarsi in un’attività divertente e completa.
Sono proliferate in Italia le palestre di arrampicata sportiva e oggi la maggior parte hanno una parete o più attrezzata, includendo un microcosmo che da subcultura diventa sport sano e per tutti.
Arrampicarsi non è mai stato difficile
Ebbene si, l’arrampicata non è uno sport difficile: a sfatare il mito della difficoltà e della pericolosità sono medici sportivi ed istruttori secondo i quali l’arrampicata indoor è una disciplina che da estrema è diventata accessibile a tutti, di tutti i sessi, età (dai 4 ai 70 anni dicono gli istruttori) e livelli di preparazione atletica.
Inoltre è uno sport completo, proprio come il nuoto, un allenamento fitness e accessibile che può essere propedeutico all’outdoor ma anche praticato per i risultati fisici e mentali che procura, allenandosi un paio di volte alla settimana, almeno.
Quali muscoli attiva e a chi si rivolge
Il climbing, a quanto pare, non smette di crescere e di stupire: a dispetto dei presunti limiti fisici e atletici da superare è adatto principalmente alle donne (che hanno mani e piedi più piccoli degli uomini e una strutturale facilità di apertura dell’anca, utilissima in certi passaggi in cui bisogna aderire alla parete, per esempio) e ai bambini (a partire dai 4/5 anni, consigliano gli istruttori). Il Coni e il ministero della Pubblica Istruzione hanno concordato un protocollo in cui l’arrampicata è entrata a far parte del programma di “alfabetizzazione motoria” delle scuole primarie. Infatti il gioco di gruppo e lo sviluppo delle capacità visivo-manuali sono strumenti educativi fondamentali nella crescita e si ritrovano entrambi in un corso di arrampicata sportiva, per bambini.
Inoltre, arrampicarsi non nasce nè come sport nè come tecnica ma come un approccio istintivo e costruttivo all’ambiente, un gesto spontaneo da piccoli esploratori, quali siamo stati tutti da piccolissimi.
Quali muscoli coinvolge? Avambracci, gambe e polsi oltre alla zona degli addominali, lombare, dorsale, pavimento pelvico e glutei. Il climbing metropolitano o arrampicata sportiva tende anche a privilegiare delle componenti psichiche che non tutti gli sport attivano, come quelle di fantasia, creatività, concentrazione, autostima, controllo e miglioramento della percezione del proprio corpo.
Ripercorriamo la tecnica e capiremo il perché.
La parete attrezzata, gli appigli, gli appoggi e…
I corsi di arrampicata sportiva prevedono diverse specialità: il Bouldering permette di arrampicarsi ad esempio a dei massi di vari colori e forme, a seconda della difficoltà del percorso, senza imbracatura ma in presenza a valle di un materasso che attutisce l’eventuale caduta. Il Lead prevede invece resistenza e concentrazione nel raggiungere la vetta, il “top”, ovvero il gesto di afferrare l’ultima presa con entrambe le mani, da effettuarsi entro il tempo massimo di 6 minuti circa, a seconda della lunghezza del percorso, nelle prestazioni agonistiche. Questa seconda specialità prevede imbracatura con corda, a partire di solito dal basso e moschettoni per la tenuta dell’atleta.
Il percorso prevede appigli che sono quelli a cui ci si aggrappa con le mani e appoggi che si utilizzano per avanzare con i piedi e sorreggerli: ogni colore degli appigli e degli appoggi segnala difficoltà differenti.
Ecco perché il climbing sviluppa caratteristiche motorie e psichiche complete: focalizzarsi sull’obiettivo e sul passaggio risolutivo selezionando l’appiglio migliore per salire scioglie lo stress e rafforza l’autostima mentre la non omogeneità dei movimenti determina un allenamento vario, migliorando la percezione del corpo.